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philosophische fakultät

 

calgari

Guido Calgari, Quando tutto va male... e altri racconti tristi dell'alto Ticino, seconda edizione, Lugano, S.A. Succ. di Natale Mazzucconi tipografi librai editori, 1936.

Guido Calgari (1905-69)

 

Scheda a cura di Federico Storni

Guido Calgari, nato a Biasca il 13 dicembre 1905, era un intellettuale a tutto tondo. Dopo essersi laureato in lettere e filosofia all’università di Bologna, fu insegnante, scrittore, poeta, saggista, pubblicista, cronista presso Radio Monte Ceneri, controverso attivista politico antifascista, polemista, oratore, letterato e fervente sostenitore di battaglie sociali: insomma, una figura di riferimento nel Ticino degli anni ’40 e ’50. Descritto dai conoscenti come una persona dal carattere focoso, Calgari amava il contrasto, sia nei rapporti personali, sia nella vita sociale.
La sua attività principale fu l’insegnamento, prima alla Magistrale Cantonale di Locarno, (di cui divenne direttore nel 1940), dove non mancò di risvegliare la coscienza sociale dei propri alunni nel difficile periodo della guerra, poi, nel 1952, al Politecnico federale di Zurigo, che gli assegnò la prestigiosa cattedra di letteratura italiana, alla quale il predecessore, Giuseppe Zoppi, aveva dovuto rinunciare per motivi di salute, non mancando però di raccomandarlo come suo possibile successore; cattedra che Calgari ricoprì fino alla morte, avvenuta l’8 settembre 1969 a Montecatini.La sua attività principale fu l’insegnamento, prima alla Magistrale Cantonale di Locarno, (di cui divenne direttore nel 1940), dove non mancò di risvegliare la coscienza sociale dei propri alunni nel difficile periodo della guerra, poi, nel 1952, al Politecnico federale di Zurigo, che gli assegnò la prestigiosa cattedra di letteratura italiana, alla quale il predecessore, Giuseppe Zoppi, aveva dovuto rinunciare per motivi di salute, non mancando però di raccomandarlo come suo possibile successore; cattedra che Calgari ricoprì fino alla morte, avvenuta l’8 settembre 1969 a Montecatini.

A Zurigo, come anche in Ticino, Calgari si distinse per la difesa della “ticinesità” e dell’italianità all’estero, abbinata tuttavia ad un interesse per l’intera Svizzera, raccontata per esempio in Storia delle quattro letterature della Svizzera (1958) e in Storia della Svizzera (con Mario Agliati, 1969). Per quanto riguarda l’aspetto prettamente ticinese fu autore di diverse opere e saggi che richiamavano alla cultura rurale del luogo, a lui tanto cara, quali Racconti sgradevoli (1957) e Ticino degli uomini (1966). Nel 1944 fondò l’Associazione scrittori della Svizzera Italiana.

Durante il periodo zurighese, Calgari continuò a promuovere l’italianità a Zurigo seguendo le orme del suo predecessore Zoppi, riprendendo la Lectura Dantis, e il suo collaudato metodo d’insegnamento, vale a dire la strutturazione del programma in tre grandi fasce tematiche così composte: un’introduzione alla lingua e alla cultura italiana, letture ed esercitazioni pertinenti all’attualità italiana e un trattamento organico della civiltà e della storia della letteratura del Bel Paese.
A tal proposito alla Biblioteca Cantonale di Lugano è conservato un diario d’appunti relativi alle sue lezioni sul Boccaccio. In altre, parole, quelle dello stesso Calgari, il detentore della cattedra di italiano al Politecnico aveva il dovere di «esaltare, attraverso il pensiero letterario, l’immortale civiltà dell'Italia, avvalorare [tramite molteplici conferenze] il fecondo incontro di culture diverse su questo terreno zurigano, così tradizionalmente propizio, rammentare ai giovani i doveri d’umanità d’un uomo veramente colto, non che i diritti della santa poesia, cioè dell’eterna bellezza, accanto a quelli – moderni – della ricerca scientifica e della tecnica». [citazione tratta da: Il Politecnico federale, l'Italia e la Svizzera italiana, articolo di giornale conservato presso il Fondo Calgari, alla Biblioteca Cantonale di Lugano, documento B.2.65, 1955].

Durante il periodo zurighese Calgari prosegue con costanza anche l’opera critica e letteraria, che diventa se possibile ancor più frenetica. Egli continua infatti a collaborare con rubriche fisse a varie testate cantonali (quali «Illustrazione Ticinese»), nonché, saltuariamente, ai giornali, locali e non. Durante gli anni trascorsi a Zurigo si moltiplicano inoltre gli articoli in difesa dell’italianità all'estero, minata in grave modo (tanto da condurre, un giorno su un treno, un disperato Zoppi alle lacrime) dalla seconda guerra mondiale.

Per concludere, una nota curiosa: dopo la morte di Calgari, dei suoi lavori e della sua figura si è gradualmente e sorprendentemente persa memoria. Secondo la figlia, ciò è dovuto al fatto che le opere siano state col tempo ingiustamente giudicate troppo “nostrane”, mentre secondo Sergio Caratti, un ex allievo di Calgari alla Magistrale, perché l’antico professore era un ricordo scomodo per il Ticino stravolto da grandi cambiamenti sociali ed economici degli anni ’70, un ricordo che era preferibile respingere. Certo è che, a distanza di quasi quarant’anni, un recupero delle opere di Calgari sarebbe quantomeno auspicabile, specialmente nelle scuole ticinesi.

Fonti

Fondo Calgari, presso la Biblioteca Cantonale di Lugano, in Archivio Prezzolini, documenti B.2.47, B.2.61, B.2.65, B.2.92, B.3.91, C.3.45, C.6.5, D.2.7, D.2.14
Fondo Zoppi, presso la Biblioteca Cantonale di Lugano, in Archivio Prezzolini, corrispondenza Zoppi-Calgari (4 lettere).

Intra Fiorenza CALGARI, Guido Calgari: un uomo e il suo paese, Locarno, Dadò, 1990.