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philosophische fakultät

Il seme sotto la neve

ilseme

Copertina ed. Oprecht-Capolago (1942)

Il seme sotto la neve

Scheda introduttiva a cura di Cristina Morisoli, con la consulenza di Alessandro La Monica
Descrizione del dattiloscritto a cura di Alessandro La Monica

Introduzione

Tra il 1939 e il 1940 Silone scrive il Seme sotto la neve, un romanzo al quale lo scrittore fu sempre molto affezionato, malgrado non riscuotesse lo stesso successo di Fontamara. La versione italiana del romanzo, come noto uscito prima in traduzione tedesca, vide la luce nel 1942 in territorio elvetico (per il Verlag Oprecht, Zurigo e New York, in collaborazione con le Nuove edizioni di Capolago, Lugano).

La Svizzera, che in quegli anni si trovava nella difficile posizione di stato democratico collocato tra due stati totalitari, intratteneva rapporti economici sia con l’Italia che con la Germania, ma temeva nel contempo di poter essere occupata. Quando, nel 1939, dall’Italia vennero esercitate pressioni affinché gli emigrati non pubblicassero scritti contro il Regime, la censura fu rafforzata e i libri più severamente controllati.

Il Seme sotto la neve, tuttavia, viene pubblicato fra il novembre e il dicembre del 1941 senza che la censura se ne accorga, in una redazione che dunque contiene alcuni passaggi che verranno in seguito dovranno essere eliminati. A Ginevra, l’ufficio della censura viene a conoscenza della pubblicazione e ne chiede ragione a Berna, dove però non ne se ne sa nulla. Berna interpella pertanto Oprecht (cfr. epistolario, Oprecht 14.24). Il responsabile bernese della censura dei libri, Herbert Lang, richiede il manoscritto del Seme e nel 1942 comunica a Oprecht quali passi debbano essere tolti: 48 in tutto (cfr. epistolario, lettera n. 5 in Oprecht 14.24).

Oltre a diverse lettere che si riferiscono alla vicenda editoriale (cfr. epistolario, Oprecht 14.24), la Zentralbibliothek di Zurigo conserva un dattiloscritto del romanzo recante correzioni autografe dell’autore posteriori al 1940 (come si evince collazionandone il testo con quello del secondo capitolo del romanzo pubblicato, in quell’anno appunto, nella rivista «Der Aufbau»). Si tratta, data la scarsità di autografi siloniani (si vedano gli archivi del Centro Studi Siloniani di Pescina e i materiali conservati presso la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati a Firenze, che conserva un postillato del romanzo), di un documento raro, di cui si sta occupando per la sua tesi di dottorato Alessandro La Monica.

Descrizione del dattiloscritto

Si tratta di un documento di 456 carte misuranti di norma cm 29,8 x 20.95, tutte dattiloscritte fuorché la prima costituita da un foglio bianco a righe (cm 29,85 x 21) su cui l’autore segna a matita il proprio nome, il titolo del romanzo e un’epigrafe da Eschilo, assente dalle versioni a stampa. Le altre carte sono costituite da fogli per macchina da scrivere di diverso colore (giallognolo e bianco) su cui è possibile leggere a volte la filigrana, usciti da una cartiera zurighese alla fine degli anni trenta. Il campo scrittorio occupa sempre il recto, lasciando un margine a sinistra di cm 2,5; tendente a zero e di diversa misura è invece il margine destro. Il dattiloscritto è caratterizzato da numerose correzioni, che spesso vanno nel senso dell’aggiunta, e che sono realizzate con diversi tipi di penna (rosso: 2 tipi; nero) e matita (nera e blu). Tali correzioni interessano tutto il dattiloscritto, ma s’affollano nei primi tre capitoli (cc. 2-104), per diventare sporadiche nel resto del testo, caratterizzato da correzioni effettuate a penna nera o matita, quasi esclusivamente volte a emendare refusi o integrare con singole parole il ds. Nei primi tre capitoli, invece, gli interventi sono molteplici e realizzati con diverso tipo d’inchiostro o matita: largamente maggioritari sono quelli a penna rossa, assenti dai capp. 4-9 (cc. 105-456), eccetto nelle cc. 284-5 (numerate con pp. 250-1). A caratterizzare le cc. 2-103 sono anche altri elementi: 1) colore giallognolo delle pagine; 2) carattere privo di sbavature; 3) numerazione delle carte in alto, al centro e fra due trattini orizzontali; 4) incollatura di fogli di diverse dimensioni sul dattiloscritto riportanti varianti aggiuntive manoscritte in massima parte realizzate con la penna rossa.