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philosophische fakultät

Franco Fortini

fogliodivia

Copertina di Foglio di via

Franco Fortini

Biografia

Scheda a cura di Sarah Heim e Lisa Mangili

Franco Fortini, pseudonimo di Franco Lattes, nasce a Firenze nel 1917. Il padre è un avvocato ebreo-israelita, mentre la madre è una cattolica appartenente alla piccola borghesia. Fortini, laureatosi in Giurisprudenza e in Lettere comincia una collaborazione con «La Riforma Letteraria», una rivista fortemente polemica contro la cultura italiana del tempo. La guerra del 1939 lo costringe prima a farsi battezzare e in seguito a cercare rifugio in Svizzera dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Qui rimane per alcuni anni stringendo amicizia con altri esuli, tra i quali Ignazio Silone, e unendosi alla Repubblica partigiana dell’Ossola (cfr. la scheda Fortini a Zurigo).

A guerra terminata rientra in Italia trasferendosi a Milano, dove trova lavoro come insegnante nelle scuole superiori. Alla professione di insegnante si accompagna la collaborazione con riviste politico-letterarie, quali «Il Politecnico», «Avanti», «Quaderni rossi», «Quaderni piacentini» e «Officina». Dopo aver lavorato all’ufficio pubblicitario dell’Olivetti accede, nel 1971, all’insegnamento universitario, ottenendo la cattedra di Critica letteraria presso l’Università di Siena. Poeta e saggista Fortini ha anche collaborato alla creazione dell’antologia I Poeti del Novecento ed è noto per le sue traduzioni da Proust, Goethe, Brecht e altri.

Fortini muore a Milano nel 1994 ma, distintosi non solo per la sua produzione letteraria ma anche per il suo intenso impegno politico, rimane un’importante figura dell’ambiente letterario del dopoguerra.

Tra le sue pubblicazioni si segnalano, per la poesia: Foglio di via (l’esperienza della guerra, contatti con la Resistenza); Poesia ed errore (1959); Una volta per sempre (1963, accusa alla società del neocapitalismo); Questo muro (1973), Paesaggio con serpente (1983); per la prosa: Agonia di Natale (1948); Sere in Valdossola (1963); per la saggistica: Insistenze (1985).