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philosophische fakultät

svizzera

Elaborazione grafica: M. Santi

Italiani in Svizzera

Un luogo di studio e una terra di accoglienza

«Nella certezza che l'accoglienza che mi sarà riservata, così come agli altri rifugiati italiani dell'ora presente, sarà la stessa di quella che è stata riservata a tutti gli italiani di buona fede, in tutti i momenti drammatici del nostro Risorgimento, Vi ringrazio di tutto quello che è stato già fatto per me e per i miei compatrioti rifugiati». Così si esprime, in una lettera inedita conservata presso la Zentralbibliothek di Zurigo, il noto editore Giulio Einaudi, rifugiatosi in Svizzera durante la seconda guerra mondiale.

Luogo di riparo privilegiato, per la sua politica di neutralità, per la sua posizione geografica e per il fatto che l'italiano sia una delle lingue nazionali, la Svizzera ha offerto, anche in secoli anteriori al XX, significative occasioni di espressione agli intellettuali italiani in fuga dal loro paese. In epoca risorgimentale, ad esempio, l'esule Francesco De Sanctis segnò indelebilmente i destini della prestigiosa Cattedra di Letteratura italiana presso il Politecnico di Zurigo. Dopo di lui molti altri intellettuali, svizzeri ed italiani, hanno contribuito a fare degli atenei della città sulla Limmat  un centro di irradiazione culturale dell'Italianistica, e di loro vi verrà detto nella sezione 'Studiosi'.

Il nostro percorso didattico, inoltre, vi accompagnerà in un periodo particolare della vita culturale della città di Zurigo, dove, dagli anni Trenta del secolo scorso alla fine della seconda guerra mondiale, molti furono i rifugiati italiani che trovarono asilo: tra questi citiamo Ignazio Silone, Adriano Olivetti, Franco Fortini, Luigi Comencini, Diego Valeri e Cesare Cases.
Di questo soggiorno resta traccia nei fondi del Reparto Manoscritti della Zentralbibliothek di Zurigo, come testimoniano le pagine di questo sito raccolte sotto la rubrica 'Scrittori'.